Chiediamo Risposte dalla Sindaca Fabio
”Gasparro a processo per istigazione ali’ odio razziale”: parla chiaro un testo del Corriere di Siena. Accuse gravissime, processo di cui la comunità ebraica si è costituita parte civile. L’opera risale al 2020 e descrive l’uccisione di un bambino da parte di un gruppo di ebrei. In quanto giurista, sono propugnatore del principio d’innocenza, per il quale ogni imputato deve essere considerato innocente fino all’eventuale condanna in cassazione. Tuttavia rimane l’interrogativo se l’amministrazione comunale fosse stata a conoscenza di questi fatti. Secondo quanto emerso da repubblica: ”Il pittore, scelto lo scorso anno dall’attuale giunta di centrodestra per realizzare l’opera, risulta infatti imputato a Bari per aver propagandato idee fondate sull’odio razziale antisemita. Accuse dalle quali il prossimo autunno dovrà difendersi in aula”.
Piero Savorgnan Vicepresidente Italiaviva area senese
Accuse che nel caso in cui dovessero essere accertate, risulterebbero gravissime. Tuttavia resta l’interrogativo, alla luce del pesante clima di estrema destra: le motivazioni per cui la Sindaca Fabio non abbia posto maggiore cura nella scelta del pittore del drappellone devono essere risolte. E’ inconfutabile che essere imputati per la richiesta di rinvio a giudizio del P.M. secondo il codice di procedura penale, non significa essere condannati. Sul piano giudiziario sarà la magistratura competente a decidere. Sul piano politico e in base al sentire pubblico, e’ stata giusta tale scelta? Mi aspetterei una risposta da parte della Sindaca Fabio sulle motivazioni che l’hanno spinta a non accertarsi o a fare una mera ricerca su internet, onde evitare un polverone politico che se lo sarebbe potuta risparmiare. Visto l’ondata politica, non sarebbe stato opportuno scegliere un pittore di più basso profilo, magari senza un processo penale in corso per l’accertamento di un reato di discriminazione?
Sul pittore già l’ 11 luglio 2024 lo storico e critico d’arte Francesco Salerno ha pubblicato su Siena Post, prima ancora che il fatto emergesse sul Corriere di Siena. ”Uno spiritualismo iberico più che nostrano, nostalgico dell’Inquisizione, che accidentalmente – al pari di un preparato alchemico ben riuscito – si trasmuta in martirismo neo-nazista, come testimoniato da ”Il Martirio di San Simonino, per omicidio rituale ebraico” (2020), opera anti-semita e razziale, sfortunatamente esclusa dall’esposizione ( ahinoi, che peccato), in cui un plotone di aguzzini ebrei deformi, sporchi e viscidi uccide un bimbo innocente. Inutile dire che si trattò di un fattaccio noir costruito ad hoc dalla propaganda filo-cattolica quattrocentesca, ma efficacemente riattualizzato in un delirio anti-abortista con intenti persecutori, visto che il ventre delle donne è latifondo di Dio e che i giudei, lo sanno tutti, hanno messo a morte Nostro Signore. Da Padre Torquemada a Pro Vita e Famiglia è un attimo, sebbene al peggio non vi sia mai fine”.
Chiediamo a gran voce una spiegazione da parte della sindaca Fabio sul suo operato in merito alla scelta del pittore Gasparro.
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